Cutrofiano. Le perle d’acqua della Signureddha.

A Galatina, inizio estate scorsa, trovandomi casualmente a parlare con un amico.
“Massimo, sai dove si trovano i laghetti a Cutrofiano? Mi piacerebbe vederli”. “Sinceramente? Non ne ho mai sentito parlare” – risposi io.

Sulla strada di ritorno da Torrepaduli il giorno della festa di San Rocco, tra Supersano e Cutrofiano, il 16 agosto scorso, in macchina con mio suocero.
“Ma tie ha ‘ntisu mai te laghetti cquai a Cutrufianu?” – gli chiesi.
“Sine, na fiata, ma tanti anni ‘rretu, me purtau lu ‘zziu. Ane stare te ste vande. Forse ddhai, a ddhu nc’ete ddha gru. Stave intra na vecchia cava ca s’ha ‘nchiuta te acqua”
“Vabbò poi visciu ci fazzu nu ‘zzumpu e poi te sacciu dire!”

Quello stesso pomeriggio, sulla strada da Custrofiano a Supersano, mi recai presso la zona dove avevo intravisto la gru. Effettivamente trattavasi di cava ma attiva e senza alcuna traccia di laghetto all’interno. Non avevo con me la macchina fotografica per cui me ne sono tornato a casa senza chiedere ulteriormente in giro. Dopo qualche giorno, visto che mi ero ormai incaponito all’idea di trovarli, mi misi a cercare su internet qualunque combinazione di parole che potesse avere a che fare con lago, laghetto, laghetti, cutrofiano. Spunta una parola magica: “Signureddha”.

Torno a Cutrofiano. Ad un distributore di benzina chiedo per il laghetto della Signureddha. Il gestore mi da le indicazioni per arrivarci. Faccio la conta delle traverse e degli incroci, con la speranza che non si sia confuso nel contare anche qualche viale di accesso. Raggiungo l’incrocio e svolto a destra. Mi inoltro per strade di campagne. Ora si tratta di trovare qualcuno per i campi a cui chiedere. Intravedo un lungo recinto in legno dietro una villetta. Non è certo una delle usuali modalità per recintare una proprietà di compagna. Fermo un tipo in una macchina che stava uscendo dal cortile della villetta e chiedo per il laghetto. “E’ alle spalle della casa”.

Mi dice di accostare pure li la macchina e mi inoltro nella campagna, camminando sulla terra rossa e tra le erbacce, scavalco il recinto e dopo pochi passi mi trovo proiettato in un mondo abitato da libellule di vario colore, rane sonnacchiose al sole agostano distese in uno specchio d’acqua verde smeraldo, circondato da canneti e bambù.

Inizio a fare un pò di foto ma fa un gran caldo e si suda non poco nel portare a tracolla la borsa dell’attrezzatura fotografica. Mi avvicino all’acqua sedendomi sull’argine scosceso e mi diverto, nel silenzio più assoluto a fotografare quello strano mondo.

Perlustro quanto attorno aggirandomi tra canneti, bambù e ampie macchie di erba alta. Mi accorgo che più in la pare esserci un’altra depressione. Il posto continua ad essere ancora più interessante.

Cammino nell’erba alta e, sorpresa, arrivo dinanzi ad un altro specchio d’acqua più piccolo del precedente ma molto bello anch’esso, con le fronde degli alberi immerse nell’acqua. Il sole picchia forte. Torno alla macchina. Mi sorge un dubbio. Il gestore della pompa di benzina mi aveva detto di superare un incrocio con una strada provinciale e di andare dritto. Cosa che non ho ancora fatto. Ho il dubbio che per oggi non abbia ancora finito di fare foto. Mi rimetto in macchina.

Dopo qualche decina di metri, lasciandomi una vecchia cava a cielo aperto sulla destra ormai dismessa e fittamente rimboschita, arrivo all’incrocio. I laghetti appena fotografati sono sulla sinistra, lungo la provinciale alle spalle di un vecchio edificio, forse un casino di caccia con ampie crepe sulla facciata.

Vado dritto e dopo qualche centinaio di metri sulla destra rivedo le stesse palizzate. Trovato. C’è un altro lago da fotografare. Parcheggio la macchina, scavalco i cumuli di terra che impediscono l’accesso a macchine e motori e, seguendo il sentiero, arrivo ad uno specchio d’acqua molto più grande dei precedenti. Sembra un lago.

Lo riconosco. Ho visto una foto su internet. E’ quello che viene chiamato il Lago della Signureddha. Seguo il sentiero che un progetto comunale non ancora completato ha realizzato tutto attorno allo specchio d’acqua. La tranquillità e il silenzio si amplificano. Sento solo il rumore dei miei passi sulla brecciolina del sentiero. Solo quello.

Siamo nella zona di Cutrofiano, dove sino a qualche decennio fa era attiva l’estrazione dei mattoni di tufo con la tecnica delle cave ipogee. E’probabile che alcune cavità sotterranee, forse le cave più antiche e non mappate, nel passato siano crollate e abbiano formato queste depressioni all’interno delle quali si è depositata l’acqua formando questi bellissimi specchi d’acqua. Siamo in una zona attraversata da una delle tanti diramazioni iniziali del Canale dell’Asso.

Così è iniziato il mio viaggio alla ricerca degli specchi d’acqua della Signureddha. Sono tornato più volte e ne ho individuati degli altri, alcuni molto piccoli, altri mediamente grandi, camminando tra le erbacce e in alcuni casi tra macerie e rifiuti.

L’ultima volta, dopo aver fotografato uno dei tanti specchi d’acqua più piccoli, sono tornato al primo laghetto. Ho lasciato la macchina fotografica in macchina. Volevo solo ammirare e, ammirando, rilassarmi e liberare la mente dai pensieri. Le libellule ruotavano come impazzite attorno a me. Avevo quasi l’impressione che le rane immobili sull’acqua mi guardassero un pò infastidite.

Ho camminato piano. Non volevo disturbare.

di Massimo Negro

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10 risposte a Cutrofiano. Le perle d’acqua della Signureddha.

  1. licia ingrosso ha detto:

    Fantastico!!!!!!come fare per arrivarci?quali indicazioni seguire?

    • Massimo Negro ha detto:

      Ciao Licia, i luoghi non sono segnalati, tocca girovagare per un pò per trovarli. Comunque i siti più rilevanti sono sulla strada che da Cutrofiano conduce verso Collepasso, che si imbocca poco prima di uscire dal centro abitato in direzione di Supersano. Lungo la strada, in direzione Collepasso, sulla sinistra, quasi sul ciglio della strada, c’è un vecchio edificio gentilizio con delle vistose crepe sulla facciata. Lì nei pressi puoi osservare una recinzione in legno; all’interno ci sono 4 di questi invasi. Sull’altro lato della strada, un pò all’interno, c’è l’invaso più grande.

  2. Lorenzo ha detto:

    La cosa curiosa è che neanche le persone di Cutrofiano ne sono a conoscenza. Eppure mi sembra di capire che sono luoghi che hanno dell’eccezionale per la tipologia di territorio e che si potrebbero prestare ad uno “sfruttamento” culturale e naturalistico!

    • Massimo Negro ha detto:

      Grazie Lorenzo per il commento. Il Comune di Cutrofiano ha iniziato a fare dei lavori di perimetrazione delle aree (alcuni siti, i più grandi), realizzando anche dei sentieri in terra battuta ma poi la cosa si è fermata lì e non so per quale motivo.

  3. spedicato maria grazia ha detto:

    le foto sono sempre superbe vorrei consigliarti di vedere il lago rosso presso otranto, è una cava di bauxite che per la vicinanza al mare appare surreale

    • Massimo Negro ha detto:

      Grazie Maria Grazia per il commento. Conosco il sito che mi hai suggerito, spero di poterlo documentare nel blog quanto prima. Ti avevo inviato una mail al tuo indirizzo di posta per il sito di San Pietro in Lama.

  4. giuseppe ha detto:

    Si il laghetto(lago della fanciulla) è pieno di pesci rossi e carpe ke superano anke il kilo

  5. Lucio Tudisco ha detto:

    Ciao Massimo, Mi chiamo Lucio. Sono originario di Cutrofiano ma da ormai più di 10 anni ci vivo lontano. Da qualche giorno sto lavorando ad un piccolo portale su Cutrofiano che puoi trovare a questo indirizzo http://luciotudisco.wpengine.com/. Mi domandavo se ti sentiresti di condividere con noi questo articolo nella sezione Luoghi. Il sito è ancora nelle primissime fasi e praticamente privo di contenuti. Mi piacerebbe tanto aggiungere questo tuo racconto nella nostra sezione Luoghi ed ovviamente citare te ed il tuo blog alla fine dell’articolo.

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